Sì alla società unica della rete con Open Fiber ma Tim non deve perdere il controllo. Sparkle è strategica per l’Italia. Inwit? Meglio tenerla. Telecom Brasile? Non va venduta. Quanto a Gubitosi… Ecco idee, proposte e critiche dell’associazione dei piccoli azionisti di Telecom Italia, Asati, che ha inviato una lettera al vicepremier Luigi Di Maio alla vigilia dell’incontro tra governo e sindacati in programma il 22 novembre.
Conversazione di Start Magazine con Franco Lombardi, presidente di Asati
Qual è il vero obiettivo della vostra lettera a Di Maio?
Vogliamo dire al vice presidente Di Maio, responsabile nel governo per i temi tlc, che è corretta una società unica della rete fra Open Fiber e Telecom. E’ nell’interesse del Paese, anche perché con il 5G è bene che la rete sia essere unica e non si può abbandonare oggi, almeno per i prossimi 10 anni, la rete in rame, ma il controllo della società deve essere Telecom.
Quindi siete contrari al piano del governo, di Elliott, di Gubitosi e di Conti che sul controllo non sono della vostra stessa idea?
Conosciamo il piano del governo ma non quello di Conti e Gubitosi. Il piano di Elliott era quello di fare subito la società della rete e mettere in Borsa fino al 75%. Su questo non siamo d’accordo.
Start Magazine ha scritto ieri che sul tavolo di Gubitosi ci sono diversi dossier per vendere Inwit, Persidera e Sparkle. E’ vero? Che ne pensate?
Sparkle è molto importante perché ha la maggior parte dei collegamenti via cavo in fibra internazionali e eventualmente andrebbe, con l’accordo della nuova assemblea, messa in un negoziato con il governo per l’unione con Open Fiber. Inwit è importante tenerla fino a quando non si conoscerà il piano di sviluppo approfondito della società per il 5g e le ricadute sulla società .
Tim deve uscire dal Brasile?
Il Brasile non va venduto ma al più presto vanno reinseriti dei top manager italiani preparati che esistono e alcuni dei quali sono stati mandati via alcuni mesi fa.
Ci sarà una prossima assemblea?
Sicuramente nei primi mesi del 2019 ci sarà e andrà sottoposta all’assemblea la società della rete con il controllo di Telecom, in modo che tutti gli azionisti possano esprimere la loro volontà . Del resto sia Elliott che Vivendi avevano dato lo scorso 4 maggio in assemblea la loro fiducia all’amministratore delegato, cosa che oggi è stata solo parziale da parte dei consiglieri.
Crede che Vivendi inizierà una causa per le modalità delle decisioni prese dai consiglieri Elliott?
Non siamo legali, indubbiamente avremmo preferito che tutti i consiglieri indipendenti di Elliott e Vivendi si fossero riuniti per prendere una decisione di comune accordo.
Cosa pensate della governance dell’azienda?
E’ stata lo specchio, o meglio un teatrino, di come sono andate le cose. Ma bisogna riconoscere che una scelta importante è stata presa.
Quale?
Sentire il cda prima di scegliere o defenestrare un top manager. Cosa che prima non è stata fatta.
Come valutate il duo Conti e Gubitosi ora alla testa del gruppo?
Noi non abbiamo nulla contro i vertici. Conti ha cercato di essere in armonia con molti consiglieri. Gubitosi ha conoscenze e un buon curriculum ma devono essere confermati in assemblea per avere un parere uniforme. Sarebbe la prima volta, nella storia della Sip, di Telecom e di Tim. che la nomina di un amministratore delegato avviene senza uniformità del consiglio. Se la decisione dell’assemblea lo confermerà , noi saremo perfettamente d’accordo. |